Biografia

 

Antonio Palladino nasce a Cerignola, in Viale Sant’Antonio n. 48 (oggi Via Vittorio Veneto n. 37) il 10 novembre 1881, da Giuseppe, possidente terriero, e Lucia Marinelli. La famiglia Palladino fa parte della parrocchia della B.V.M. Addolorata, il cui parroco, don Michele, è fratello di Giuseppe: tale figura sacerdotale, che il 22 febbraio 1881 aveva celebrato le nozze fra Giuseppe e Lucia, rappresenta un importante punto di riferimento per la vita spirituale della nuova famiglia. Antonio riceve il battesimo per mano dello zio don Giuseppe il 24 novembre 1881, nella chiesa parrocchiale. Padrino è Potito Giovine. Dopo aver compiuto appena un anno, nel dicembre 1882, nella chiesa del Carmine, riceve da S.E. Mons. Antonio Sena, vescovo della diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola, insieme ad altri quindici bambini, il sacramento della cresima. Questa volta il padrino è Vincenzo Campanella.  

La famiglia Palladino

Conosciamo ben poco dell’infanzia di Antonio. Lo si può immaginare in una casa molto frequentata dai braccianti e dai lavoratori, attorniato dai numerosi componenti la sua famiglia - ben dodici tra fratelli e sorelle - un bimbo dal temperamento docile e remissivo, mite e riflessivo, a volte volitivo e deciso. Si verificano, però, alcuni eventi che in Antonio lasceranno un segno indelebile: il 25 dicembre 1887 muore la sorellina Rosa e il 12 marzo 1891, mentre frequenta l’ultimo anno delle scuole elementari, la sua famiglia è nuovamente colpita da una morte prematura, quella del fratellino Rosario. Nonostante la dipartita, i genitori non permettono ad Antonio di rinunciare ad un importante appuntamento della sua vita spirituale: la Prima Comunione, che il piccolo Antonio riceve nella chiesa parrocchiale del Carmine il 30 maggio 1891 dallo zio don Michele.  

Chiesa della B.V.M. del Carmine

Ricordo della Prima Comunione di Antonio Palladino

Altro punto oscuro della vita di Antonio riguarda la vicenda della sua vocazione sacerdotale, della quale lo stesso non ne ha mai parlato. Entra nel Seminario di Ascoli Satriano il 10 ottobre 1892, all’età di undici anni, frequentando i corsi del ginnasio, filosofia e teologia. È in questo periodo che riceve il Diploma di Cooperatore Salesiano datato 8 giugno 1896 e firmato dal primo successore di san Giovanni Bosco, don Michele Rua. Dalle ricerche effettuate emergono pochi dati relativi alla sua esperienza seminariale: in particolare di questa conosciamo i numerosi premi ricevuti dallo stesso per gli studi effettuati e la nomina a vice-responsabile della camerata. Il 23 luglio 1899 S.E. Mons. Domenico Cocchia, vescovo diocesano, ammette Antonio alla tonsura e ai primi due ordini minori, l’ostiariato e il lettorato. L’anno successivo mons. Cocchia muore, e gli succede S.E. Mons. Angelo Struffolini, il quale ammette Antonio all’accolitato il 20 settembre 1902.  

Ingresso del Seminario 
di Ascoli  Satriano

Conseguita la laurea in teologia il 4 luglio 1903 (pochi giorni prima della dipartita di Sua Santità Leone XIII, figura importantissima per l’operato sociale e pastorale del futuro sacerdote), sostenendo gli esami finali presso l’Apollinare di Roma, fino al 1905 Antonio insegna filosofia nel Seminario di Ascoli Satriano. Dopo aver ricevuto il suddiaconato e il diaconato, Antonio è ordinato sacerdote il 6 gennaio 1905 da mons. Struffolini, nella Chiesa Cattedrale di Ascoli Satriano. Un particolare: la madre, in un primo momento riluttante a partecipare al sacro rito, si lascia finalmente convincere da un amico di famiglia, arrivando in quel di Ascoli Satriano nel momento in cui il proprio figlio ha già annunciato il proprio programma pastorale, intriso di insegnamento paolino: instaurare omnia in Christo. Antonio celebra la sua prima messa a Cerignola, nella chiesa del Carmine, il 9 gennaio 1905.    

Immaginetta ricordo
della prima messa
di Antonio Palladino

Il primo incarico del novello sacerdote riguarda l’insegnamento di filosofia e storia della chiesa nel seminario di Ascoli Satriano, dove ricopre anche le cariche di economo e di amministratore. Su incarico del vescovo Struffolini, l’8 dicembre 1908, don Antonio fonda a Cerignola il Ricreatorio Festivo don Bosco che in poco tempo conta quattrocento ragazzi e circa cento benefattori. Basato sul metodo educativo impartito da don Bosco, la principale caratteristica della nuova realtà associativa si fonda sull’insegnamento del catechismo. Antonio, invitato dal vescovo, appronta uno Statuto approvato ad experimentum per un anno, ponendo il Ricreatorio sotto la protezione del Sacro Cuore di Gesù. È questa la prima delle tante associazioni poste sotto questa speciale protezione da don Antonio, specie durante gli anni di parrocato.  

Biglietto invito
per l'inaugurazione
del Ricreatorio festivo
"Don Bosco"

A causa dell’imperversare delle dottrine socialiste, mons. Struffolini decide di erigere una nuova parrocchia proprio in quella zona dove più forte è il radicarsi del socialismo: i rioni Cittadella, Pozzocarrozza, Senza Cristo, pensando di affidare l’istituenda realtà ecclesiale ad un giovane sacerdote in gamba: don Antonio Palladino è nominato parroco della chiesa di San Domenico il 10 aprile 1909. È lo stesso vescovo a presentare alla nascente comunità il nuovo pastore, accompagnandolo durante la liturgia nei luoghi dove più impegnativa sarà l’azione pastorale del novello parroco: è al confessionale, il luogo preposto per condurre al Padre le anime affidategli, che don Antonio scoppia in lacrime.  

Chiesa di San Domenico

La chiesa di San Domenico, quasi fatiscente, è affidata alla responsabilità dei componenti la confraternita di Maria SS. del Rosario e San Rocco. Il territorio parrocchiale si presenta ampio e socialmente eterogeneo: per questo il progetto pastorale di don Antonio riguarda l’edificazione di una nuova comunità. Sarà proprio l’associazionismo uno dei punti cardine dell’operato pastorale del nuovo parroco. Il 29 giugno di quello stesso anno istituisce in parrocchia l’Aggregazione del SS. Sacramento, associazione fondata da san Pietro Giuliano Eymard, i cui componenti si prefiggono l’adorazione eucaristica. Così in parrocchia cominciano a programmarsi i primi importanti appuntamenti spirituali: l’ora mensile di adorazione nella terza domenica, preceduta dal canto della compieta del SS. Sacramento e seguita dalla benedizione solenne. L’Aggregazione è subito affiliata alla Primaria di Torino, contando in poco tempo non meno di duemila iscritti, legati in particolar modo al “Precetto ufficiale” del Giovedì santo.  
Dopo un triduo celebrato in onore di San Tarcisio, durante l’ora di adorazione del 29 febbraio 1911, don Antonio istituisce i Paggi del SS. Sacramento, il cui stendardo è benedetto il 21 novembre di quello stesso anno. Per incrementare sempre più la devozione eucaristica, don Antonio espone in chiesa giornalmente alcuni Pensieri Eucaristici, pratica questa che alimenterà fino al 1922. Il 17 novembre 1911 inaugura la Cappella Eucaristica, la cui prima pietra era stata posta il 25 settembre dell’anno precedente: sarà il cuore eucaristico di un’intensa attività pastorale e parrocchiale. L’8 maggio 1912 fonda una sezione delle Figlie di Maria, una pia unione che si prefigge l’educazione cristiana delle giovanette, avviandole all’adempimento di tutti i loro doveri e al conseguimento di una soda virtù cristiana. È grazie all’impegno del giovane don Palladino che nell’ottobre 1912 nasce la Scuola di Religione, le cui frequentanti, tutte Figlie di Maria, aiuteranno non poco il parroco nella difficile opera di evangelizzazione dei piccoli parrocchiani.  

Unione paggi del SS.Sacramento

Il 28 giugno 1912, don Antonio fonda la Guardia d’onore al Sacro Cuore, con lo scopo di promuovere il culto al Cuore di Gesù, contraddistinta da una particolare tendenza alla mistica della consolazione e della riparazione. L’anno successivo, il 25 luglio, nasce nella chiesa di San Giuseppe un Centro particolare legato a questa associazione, affiliato all’Arciconfraternita di Roma, che per il suo rapido sviluppo, il 17 ottobre 1917 sarà eretto a confraternita. Nell’aprile 1913, la vita parrocchiale è contraddistinta dalla missione predicata da nove padri passionisti, al termine della quale, il 9 maggio, si innalza una Croce nel podere della famiglia Colucci, avviando l’annuale consuetudine di compiere un pellegrinaggio, solenne e popolare, nel giorno della festa dell’Invenzione della S. Croce e nella ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce. Inoltre, dal 1914, in occasione della festa del Sacro Cuore, la parrocchia celebra un importante appuntamento spirituale: la Supplica Perpetua delle Figlie di Maria, che in quell’anno contano oltre cinquecento iscritte.  

"Storia della Parrocchia"
di San Domenico
(1909 - 1919)

Il 20 agosto 1914 muore Papa Pio X, del quale lo stesso Palladino ha abbracciato in pieno il programma pastorale: instaurare omnia in Christo. Il 10 ottobre 1915 fa il solenne ingresso in diocesi il nuovo vescovo, S.E. Mons. Giovanni Sodo, succeduto a mons. Struffolini, il quale non esita, l’anno successivo. ad autorizzare don Antonio ad erigere la Cappella del Sacro Cuore nel rione Pozzocarrozza, un rione socialmente depresso e roccaforte dei socialisti. Presso la nuova cappella, il parroco insedia un centro di catechismo e di apostolato, operando per un intenso rinnovamento sociale e religioso. Il 30 giugno 1916, festa liturgica del Sacro Cuore, si inaugura l’Opera della Consacrazione delle Famiglie al Sacro Cuore, a cui aderiscono oltre cento famiglie, che si prefiggono il riconoscimento sociale della sovranità dell’amore del Sacro Cuore di Gesù in ogni famiglia, tendendo alla consolazione di parecchie conversioni straordinarie.  

Progetto, mai più realizzato,
per l'edificazione della
Chiesa del Sacro Cuore

Successivamente don Antonio fonda la Casa dell’Immacolata, un laboratorio di sartoria e ricamo frequentato per lo più da giovanette. A questo centro, il 21 novembre 1916 annette l’Asilo del Bambino Gesù. Le istituzioni sono affidate alla direzione di figlie spirituali. A ciò, don Antonio si prefigge di aggregare una comunità di religiose che con la preghiera e la vita contemplativa sostenga la parrocchia: nascono così le Vittime Eucaristiche, la cui vita deve essere una continua immolazione, improntata sulla più esatta pratica dell’obbedienza. Spinto da un’ispirazione interiore, il 27 agosto 1917, don Antonio, nella chiesa domenicana di San Francesco de’ Paoli a Bari, per le mani di padre Pio Scognamiglio o.p., entra nel Terz’Ordine Domenicano, scegliendo il nome di Fra Raimondo Maria. Nello stesso anno, il 25 novembre, fonda la Fraternità Laica Domenicana, ammettendovi quaranta Figlie di Maria e le prime nove Vittime Eucaristiche. In breve tempo, le Terziarie Domenicane sono circa quattrocento, ricevendo dal parroco una profonda formazione spirituale, che le considera religiose nel mondo e guida delle numerosissime associazioni parrocchiali.  

Attestato della 
Casa dell'Immacolata

"Pio ricordo alle Donne Cattoliche della Parrocchia di San Domenico"

Nell’aprile 1918, don Antonio partecipa a Foggia al I Convegno dei Cattolici della Capitanata, presieduto da don Luigi Sturzo, ed al rientro fonda, insieme ad altri, il Partito Popolare Italiano. Il 7 giugno successivo istituisce in parrocchia il Sodalizio dell’Adorazione Universale Quotidiana, il cui fine è quello di ottenere ai fanciulli la grazia di una buona Prima Comunione. Il 29 giugno 1919 dà vita alla Confraternita del SS. Sacramento, affiliandola alla Primaria di Roma. Gli associati si prefiggono di provvedere al decoroso accompagnamento di Gesù Sacramentato portato agli infermi, e di coltivare la devozione alla SS. Eucarestia. Per aderire al desiderio di Papa Benedetto XV, il 13 marzo 1920, don Antonio istituisce il Circolo Femminile Giovanile “Giovanna d’Arco” di Azione Cattolica, a cui inizialmente aderiscono centosettanta giovani. Sulla scia di una pastorale improntata sull’associazionismo, nel mese successivo, a Cerignola si svolge il Congresso della Gioventù di Azione Cattolica, presieduto dal card. Alessio Ascalesi, in occasione del quale, riferendosi a don Antonio, afferma mons. Sodo: “se riuscì di inaspettato splendore, il merito in gran parte fu suo”.  

Santa Giovanna d'Arco
(Cromolitografia italiana del 1920)

Nella primavera del 1921 la Santa Sede si pronuncia negativamente sull’istanza avanzata da don Palladino circa il riconoscimento delle Vittime Eucaristiche come ordine religioso femminile. Pur con molta sofferenza, don Antonio ubbidisce, sicuro di aver sempre agito in sintonia col suo vescovo. Nel mese di luglio decide di fondere in un’unica istituzione tre delle opere da lui fondate: la Casa dell’Immacolata, l’Asilo del Bambino Gesù e la Casa del Sacro Cuore (le Vittime Eucaristiche) danno origine all’Istituto Parrocchiale Femminile San Domenico. L’estate 1921 è tra i periodi più fervidi per l’attività pastorale di don Antonio Palladino. Si celebra, con funzioni religiose presiedute dal vescovo, il VII Centenario della morte di San Domenico. Il 4 agosto fonda La Fiaccola, il bollettino che nel tempo si rivela un importante organo di stampa per il coordinamento delle varie associazioni della Parrocchia di San Domenico. Il giorno dopo decide di costruire una nuova chiesa da intitolare alla Madonna del Buon Consiglio nel rione Cittadella, contraddistinto in particolar modo dalla presenza dei socialisti.  

La Fiaccola
Bollettino mensile della
Parrocchia di San Domenico

Il 7 febbraio dell’anno successivo riceve la nomina a Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani, mentre tre giorni dopo fonda la Cassa Rurale San Domenico, con il fine di assistere gli operai, i lavoratori e i braccianti che si fossero trovati in gravi condizioni economiche. In occasione del XXV Congresso Eucaristico Internazionale, svoltosi a Roma il 23 maggio 1922, don Antonio organizza e celebra in parrocchia una giornata di comunione spirituale con i partecipanti al Congresso. Il 12 novembre successivo, per i suoi meriti pastorali, riceve da Papa Pio XI la nomina a Cameriere Segreto Soprannumerario di Sua Santità. Nell’agosto del 1923 è nominato Canonico della Cattedrale di Cerignola, con la peculiarità, ottenuta dalla Santa Sede tramite il suo vescovo che si giustifica affermando di non avere “altri Sacerdoti più degni del Palladino”, di conservare l’incarico di parroco. Il 2 febbraio 1924 istituisce in parrocchia l’Associazione del Cuore Eucaristico di Gesù, mentre il giorno 13 successivo espone per la prima volta uno dei suoi più grandi progetti: fondare una Congregazione di Suore Terziarie Regolari. Alla proposta immediatamente aderiscono alcune delle Terziarie Domenicane.  

"Statuto Sociale" della Cassa Rurale San Domenico

La malattia, brutalmente, lo colpisce ancora giovane. Il 29 giugno 1924, mentre è in chiesa, viene colto da malumore e sviene. Sono i primi sintomi di un male che lo accompagnerà alla morte. Nell’ottobre, partecipa per l’ultima volta agli esercizi spirituali che si tengono a Napoli, predicati dai padri gesuiti, nella Villa Walpole. La sua condizione fisica peggiora sempre più. Scrive infatti nel novembre 1924 a Ripalta Vasciaveo, sua figlia spirituale: “prega e fa pregare perché in me si compia la SS. Volontà di Dio”. Il 9 febbraio 1925, mentre è a letto malato, don Antonio ha una visione che poi non esita a raccontare a sua sorella e al suo vescovo con le seguenti parole: “Mi parve di vedere in un deliquio S. Teresa del Bambino Gesù che mi dice: C’è bisogno di vittime per la Chiesa e per il Papa, soffrirai ancora ma guarirai”. Sulla veridicità dell’evento il vescovo non ha dubbi, tanto che in seguito confiderà l’accaduto ad una delle figlie spirituali di don Antonio, Ripalta Vasciaveo.  

La Chiesa di San Domenico
e il piano delle fosse
(inizi XX sec.)

Nonostante la gravità del suo stato di salute, don Antonio partecipa a Roma il 17 maggio 1925 alla canonizzazione di Santa Teresa del Bambino Gesù, la santa della visione. Al ritorno, la sua condizione si aggrava sempre più. Intanto, il 16 giugno 1925, da Roma, monsignor Sodo, ottenendogli la dispensa dal digiuno eucaristico, gli scrive: “Ho avuto l’onore di parlare col S. Padre, che mi ha aggiunto qualche altra cosa in segreto che vi dirò a voce". È probabile che il vescovo avesse parlato al Santo Padre della visione raccontatagli da don Antonio. A causa delle gravi condizioni di don Antonio, il vescovo Sodo, il 26 febbraio 1926, nomina un nuovo parroco per la chiesa di San Domenico. La sofferenza fisica sopportata da don Antonio è costantemente accentuata dal dolore provato per non poter celebrare i sacri misteri. Confida, infatti, piangendo ad un suo confratello: “Tu mi comprendi, sono tanti i giorni che non ho celebrato!”. Il 3 aprile 1926, sabato santo, don Antonio affida il proprio anello canonicale a Filomena Colucci, sua figlia spirituale ed in seguito fondatrice della Pia Unione delle Ancelle dello Spirito Santo, chiedendole di far incastonare la grande ametista nell’aureola dell’immagine della Madonna del Buon Consiglio.  

B.V.M. del Buon Consiglio

Dal 13 maggio la situazione si fa sempre più grave: “Dimmi, da sacerdote, è imminente la mia fine?” chiede al confratello che quotidianamente da due mesi gli porta la Santa Comunione. Alla mesta risposta, afferma serenamente: “Cupio dissolvi et esse cum Christo”. Sembra quasi far riferimento alle parole di Santa Teresina: “Soffrirai ancora, ma guarirai”. Il linguaggio dei mistici non sempre coincide con il linguaggio degli uomini. L’affermazione della santa sembra far eco, inoltre, a quanto affermato da don Antonio in occasione della morte della piccola sorella Lucietta, diciassettenne e “tutta di Dio”: “Lucietta sta meglio, molto meglio, infinitamente meglio! Come una vittima s’è immolata al mondo, inabissandosi nel suo centro d’amore. Lucietta non è morta, ma vive con Gesù” È la sua preghiera costante: “Passio Christi, conforta me!”. Don Antonio Palladino muore il 15 maggio 1926. Le sue reliquie sono  riposte in  un  sepolcro  appositamente realizzato  nella Chiesa della Pia Opera Buon Consiglio.  

Solenni funerali
di Mons.Antonio Palladino
(foto Di Leno)

Urna contenente le spoglie mortali di Mons. Antonio Palladinonella Chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio

     
 
 
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